Nell’Abbazia Cistercense di Lerins c’è un Crocefisso che sorride. Un ossimoro straordinario ma fedelissimo al contenuto evangelico. D’altra parte l’obiettivo dell’annuncio di Gesù era – per così dire – «far cambiare umore al mondo»: liberare dalla paura, dal pianto disperato, dalla tristezza, dall’apatia, dal livore, dalla durezza di cuore mostrando il volto sorridente di un Padre misericordioso e fedele, tutto intento a cercare la gioia per i propri figli.
Trasformare il Vangelo – che è una buona notizia e una ragione di speranza – in qualcosa di triste, pesante, noioso e logorante è un tradimento vero, che spesso proprio i credenti non mancano di commettere.
Perciò ecco qui: un sorriso per ogni venerdì di Quaresima. Con l’aiuto delle vignette di BeppeBeppetti, il commento di alcuni miei confratelli e mio, ascoltiamo il «sorriso di Cristo» raccogliendo un motivo di speranza e facendo il digiuno dalla tristezza.
«Non abbiamo che cinque pani e due pesci… Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.» (Lc 9, 13.17)
Ci sono stati momenti felici nella tua vita? Una domanda posta così, a bruciapelo! Quando possiamo dire di essere stati veramente felici?
Molte volte possiamo dire di aver vissuto belle esperienze, aver ricevuto soddisfazioni, di aver sperimentato l’allegria e la spensieratezza, ma felici…
Di fronte a questa domanda io rimango senza parole. Penso ai momenti in cui ho ricevuto un complimento sincero, l’applauso del pubblico in qualche occasione, la macchina nuova… sì certo, al momento sei contento, anche euforico ma è una sensazione che termina presto, dura il tempo di un attimo.
A pensarci bene invece, i momenti dove posso dire di essere stato veramente felice sono legati a situazioni non organizzate, senza tanti fronzoli, alla presenza di persone speciali, relazioni profonde…
Penso a serate in montagna, attorno al fuoco a cantare con la chitarra e i ragazzi a un camposcuola, a un giorno di festa passato a giocare con gli amici, a una persona che ti dice: «Ti voglio bene», penso a un regalo inaspettato.
Che bello è ricevere un regalo! Quando è il tuo compleanno, in fondo, un regalo te lo aspetti sempre, ma che gioia quando il regalo arriva senza un motivo, gratis! E soprattutto quando ti arriva in regalo la cosa che stavi desiderando, quella cosa di cui avevi proprio bisogno. Chi ti fa un regalo del genere sembra essere una persona che sa leggerti nel pensiero!
Ecco, forse questi sono i momenti in cui posso dire di essere stato felice.
Ma se ci penso meglio, credo di essere stato veramente felice quando quel regalo speciale sono stato io a farlo a qualcun altro! Ricordo ancora bene l’espressione di meraviglia e di gioia che incorniciava il volto dell’amico man mano che andava ad aprire il pacchetto, scoprendo che si trattava proprio del regalo “giusto”, quello da tempo desiderato! E, a dire il vero, in quel momento ad essere veramente felice sono stato io!
Forse era proprio questo quello che intendeva Gesù quando diceva che c’è più gioia nel dare che nel ricevere: rendere felici è il modo migliore per essere felici!
Provo ad immaginare la faccia di quel ragazzino presente nel prato dove si era radunata tutta quella grande folla, per ascoltare il famoso Rabbì Gesù di Nazareth, mentre il maestro chiedeva ai discepoli di procurare cibo per tutti i cinquemila presenti: come era possibile sfamare tutti?
Qualcuno avrà pensato di sicuro che il Maestro quel giorno l’aveva sparata grossa. Immagino la sua titubanza nel portare il poco che aveva: 5 pani e due pesci, pochi ma sufficienti per un grande miracolo!
C’è voluto un ragazzino per insegnare la grande potenza del dono, della condivisione. Ha insegnato che si diventa ricchi non accumulando ma condividendo e che un tesoro diventa tale quando è messo a disposizione!
Quante volte invece noi ci perdiamo nell’accumulare e nel difendere, nell’escludere e nell’allontanare, quante volte consideriamo i più giovani come poveri idealisti che non hanno i piedi per terra e restiamo infelici e depressi!
Commento di Don Matteo Zorzanello
I sorrisi dei venerdì precedenti li trovi qui: «Non affannatevi» «Sei sempre in tempo»