Nelle scorse settimane mi hanno scritto alcuni lettori della Bottega provocandomi circa la modalità con cui caratterizzare particolarmente i venerdì di Quaresima rispetto ai soli elementi classici.
Riflettendo su cosa proporre mi è venuta in aiuto la tradizione liturgica ambrosiana cui appartengo.
Nel Rito Ambrosiano i venerdì di Quaresima sono aneucaristici, giorni nei quali, cioè, l’Eucaristia non viene celebrata nè distribuita al popolo. Digiuno eucaristico, dunque, poichè, potremmo dire così, «ci è tolto lo Sposo».
Mentre ci si astiene dall’Eucaristia, nella Liturgia del Vespero del venerdì, viene offerto un percorso sovrabbondante di letture bibliche, come a dire che non deve mancare del tutto il nutrimento a chi celebra attendendo, per il giorno seguente, il «ritorno dello Sposo».
Oltre a questo, nei venerdì quaresimali, come nel Venerdì Santo, si è invitati a contemplare il «legno della Croce», quale “testimone” della Passione di Cristo, in quanto strumento del Suo farsi dono per noi e dunque come invito implicito a fare della nostra vita un nutrimento per l’altro, secondo il Suo esempio.
In questa tradizione quaresimale dunque, digiuno, astinenza, sacrificio sono espressioni chiave almeno quanto lasciarsi riempire, alimentarsi, farsi cibo per l’altro.
In effetti non a torto, se pensiamo che il digiuno non è solo una pratica ascetica e penitenziale, ma è la dichiarazione del bisogno di essere nutriti da ciò che effettivamente sostiene la vita. Si digiuna perchè ci si interroga profondamente circa il «vero cibo» e «l’essenziale all’uomo», mettendosi in seria ricerca proprio di questo.
D’altra parte, è innegabile che il tempo quaresimale e in modo particolare i venerdì, sono considerati popolarmente come tempi di privazione, momenti, cioè, in cui preoccuparsi anzitutto di togliere, svuotare, sacrificarsi, prima che di cercare il «vero cibo», di cui riempirsi, lasciarsi riempire e riempire il prossimo.
Ecco lo spunto: perchè non pensare il venerdì come un giorno in cui imparare anche – o anzitutto – a darsi una volta per tutte ciò che è necessario, prima che a levare – peraltro spesso solo temporaneamente – ciò che sembra superfluo?
Ti invito dunque a vivere i restanti venerdì di Quaresima sotto questa triade: lasciarsi nutrire, nutrirsi, nutrire.
In corrispondenza ti propongo tre esercizi da poter fare secondo le modalità e i tempi che ritieni opportuni e che ti sono possibili. Puoi sceglierne uno, due o tutti e tre. Personalmente riterrei irrinunciabile il primo e di contorno gli altri due, ma ovviamente sei libero di scegliere come credi.
Questo primo è un esercizio di lettura della Parola di Dio.
Si tratta di disporsi semplicemente all’ascolto della Passione di Cristo, lasciando che i fatti e le parole delle vicende che più luminosamente ci hanno mostrato la misura dell’amore di Dio possano riempirci e nutrirci in profondità.
La Parola nutre la mente e il cuore, nutre gli affetti e i pensieri, la volontà e la libertà, la sensibilità e l’intelligenza. Dalle spazio, nel modo più generoso che puoi.
A. Quando?
Ti consiglio di avere durante il giorno quattro momenti, anche brevi, ma disseminati in modo equilibrato così che tutta la tua giornata sia intrecciata con la Presenza del Signore attraverso le Sue parole.
L’ideale sarebbe fissare un appuntamento al mattino molto presto, uno attorno all’ora di pranzo, poi verso l’ora di cena e infine prima di addormentarti. È ovviamente solo una proposta che dovrai adeguare ai tempi e agli spazi che hai a disposizione.
B. Come?
Fai precedere sempre alla lettura uno spazio di ingresso, in cui fai silenzio, ti raccogli, ti concentri e ti metti alla presenza del Signore.
Compi un segno di croce lento e ampio, chiedi con le tue parole il dono dello Spirito e l’apertura del cuore, poi inizia a leggere.
Fallo con calma. Presta attenzione alle scene, ai personaggi, alle azioni, ai discorsi, ai dettagli.
Non cercare di “produrre riflessioni”, lasciati piuttosto emozionare dal racconto e raccogli le sensazioni che provi nell’assistere allo spettacolo della Croce.
A partire da quelle dialoga col Signore in modo semplice e spontaneo. Se puoi appuntati quel che si è mosso in te nella lettura. Concludi con un Padre nostro.
Come vedrai sotto, lo schema di lettura proposto indica tre brani della Scrittura. Che fare, dunque, nel quarto momento?
Ti metto a disposizione l’immagine di un’opera d’arte legata alla Passione e un brano musicale adeguato. Sono stimoli a contemplare a fine giornata la Parola letta. Nell’ultimo appuntamento della giornata, mentre guardi l’immagine e ascolti il brano, ripercorri e rigusta profondamente i passaggi del racconto che più ti hanno coinvolto.
Concludi tutto affidando i frutti della preghiera alla Madonna che «stava presso la Croce» con un’Ave Maria.
C. Cosa?
Ecco i tre schemi di lettura presi dai tre Vangeli sinottici. I brani proposti tra parentesi in alternativa possono sostituire, se preferisci, una delle parti della Passione, ma credo che la lettura integrale sia più proficua.
Per ogni schema ti metto a disposizione un file pdf scaricabile con testo e immagini, la traccia audio del brano musicale, e il link a una pagina esterna su cui ho impostato il materiale per una lettura dal web e un ascolto più comodi soprattutto per chi lo fa da uno smartphone.
Vangelo di Matteo
1. Mt 26,30-75 (in alternativa Gio 2, 3-10)
2. Mt 27,1-38 (in alternativa 1Pt 2, 21-25)
3. Mt 27,39-66
4. Immagine: Cristo alla colonna, Antonello da Messina; Audio: Nearer my God to thee
Visita la pagina web: Passione secondo Matteo
Scarica il pdf: Matteo
Scarica il file audio: Nearer my God to thee
Vangelo di Marco
1. Mc 14,32-72 (in alternativa Is 38, 10-21)
2. Mc 15,1-27 (in alternativa Gv 15)
3. Mc 15,29-47
4. Immagine: Deposizione, Caravaggio; Audio: Be still my soul
Visita la pagina web: Passione secondo Marco
Scarica il pdf: Marco
Scarica il file audio: Be still my soul
Vangelo di Luca
1. Lc 22,39-65 (in alternativa: Salmo 22)
2. Lc 22,66-23,31 (in alternativa: Fil 2,1-11)
3. Lc 23, 32-56
4. Immagine: Cristo porta la croce, El Greco; Audio: Were you there when they crucified my Lord?
Visita la pagina web: Passione secondo Luca
Scarica il pdf: Luca
Scarica il file audio: Were you there when they crucified my Lord?
Un secondo spunto è un esercizio di disciplina di ciò che entra in te. Imparare a prendere consapevolezza di ciò che av-viene in noi è un aspetto fondamentale della vita di fede. Passare poi a governarlo in modo preciso ed efficace è il segno della maturità umana e spirituale più piena.
È chiaro che non sto riferendomi esclusivamente al cibo, ma a tutto ciò che in un modo o nell’altro attraversa la nostra umanità.
Qui prendo in considerazione solo due ambiti, in modo simbolico, quello del cibo e quello dei pensieri. Puoi estendere tu al mondo delle immagini, delle parole, dei suoni, dell’immaginazione…
A. Cibo
Il mio primo consiglio per quel che riguarda il cibo è di non rinunciare a mangiare durante la giornata, ma farlo in modo differente.
Non c’è dubbio che il digiuno sia una disciplina salutare per il corpo e per lo spirito, ma proprio per il fatto che di disciplina si tratta, la pratica estemporanea ha pochi benefici e diversi effetti collaterali poco utili.
Io ti invito invece a mangiare. Rispetta tutti i pasti, mangiando poco in modo da mantenere un po’ di fame, ma a sufficienza da non dover lottare in continuazione col pensiero del cibo.
Non limitarti a questo. Se ti è possibile, mangia qualcosa che ti piace tanto; se sei nelle condizioni di farlo preparalo con le tue mani con molta cura e attenzione; scegli alimenti salutari e piatti poco elaborati; fai in modo di sprecare il meno possibile.
Sempre se la situazione te lo permette, consuma il pasto in silenzio concentrandoti su quello che fai, con calma e senza impegnarti in altre attività (tv, cellulare, giornali, libri…), “ascoltando il cibo”, il suo gusto, la sua consistenza, i suoi profumi, i suoi colori.
Ti stai prendendo cura di te, fallo con impegno.
Se non sei nelle condizioni di prepararti da solo il pasto o di poterlo consumare in silenzio, cerca almeno di mangiare con più calma e attenzione del solito.
B. Pensieri
Per quanto riguarda i pensieri, ti invito a mantenere la tua interiorità in un clima il più composto e raccolto possibile, compatibilmente con il lavoro che fai, la vita che conduci, i doveri a cui sei tenuto.
Concentrati sempre su quel che stai facendo nel momento in cui lo fai, sii presente al presente scacciando tutte le suggestioni che tendono a portarti via dal «qui e ora», fossero anche pensieri apparentemente utili o addirittura necessari.
Impegnati il più possibile a lottare contro questi tipi di moti interiori che non sono mai un buon alimento per il nostro spirito: tristezza, ansia, invidia, rancore, desideri di possesso, sospetti, sfiducia, scoraggiamento, indifferenza, superbia, sensi di colpa, auto-accuse.
Stanne certo, non provengono mai dallo Spirito e sono tossine dell’anima. Combattile ogni volta che si affacciano in te volgendo un pensiero al Crocefisso.
Con il terzo esercizio ti invito a farti buon cibo per il tuo prossimo.
Ogni volta che amiamo secondo il Vangelo, alla maniera di Cristo, rimaniamo nell’amore di Dio e Dio rimane in noi, come ci insegna il Vangelo di Giovanni. Amare dunque, in tutte le sue forme, è permettere a sé e al proprio prossimo, attraverso la relazione con lui, di essere impregnati della presenza stessa della Carità di Dio.
Amare è nutrire l’altro. Sia perchè ci si dona a lui, sia perchè lo si introduce in ciò che è il vero alimento, l’amore di Dio.
Ti invito a un modo particolare di amare che è quello di riservare al tuo prossimo la parte migliore di te.
Scegli uno degli “spigoli” del tuo temperamento, quelli con i quali, anche involontariamente, finisci col ferire il tuo prossimo e fanne il nemico della giornata da combattere con tutte le tue forze.
Farà del bene a te, sarà qualcosa di buono per chi ti incontra.
Prova ad affrontare almeno uno dei prossimi venerdì a partire da questi suggerimenti e se ti va, condividi con me e con gli altri lettori i frutti del tuo impegno.
Puoi farlo qui sotto nei commenti, via mail a [email protected], oppure sulla pagina Facebook della Bottega.