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La Bottega del Vasaio

Il blog di don Cristiano Mauri. Di Umanità e di Vangelo.

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«Più di Giovanni». Avere fede in Dio, avere fede in se stessi.

Novembre 24, 2019 //  by don Cristiano Mauri

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Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Alle folle che andavano a farsi battezzare da lui, Giovanni diceva: «Razza di vipere, chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque frutti degni della conversione e non cominciate a dire fra voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Anzi, già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco». Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

(Lc 3, 1-18)

Seconda Domenica di Avvento (Rito Ambrosiano A)

 

ASCOLTA L’OMELIA

 


 

Giovanni è un profeta vecchia maniera e gli viene benissimo.

Pesca a piene mani dalle immagini apocalittiche e dalle espressioni vigorose dei suoi illustri predecessori per chiamare alla conversione la sua gente.

Occorrono buone opere – dice – per fermare la scure del giudizio divino. La benevolenza di Dio sembra dover essere acquistata con un degno comportamento, secondo la buona tradizione della teologia retributiva dei suoi antichi colleghi.

Ma quando da profeta classico prova a calarsi nella parte del buon maestro di vita, sapiente e paterno, si vede che è un pesce fuor d’acqua.

Alle folle, ai pubblicani, ai soldati che lo interrogano perché li aiuti a comprendere quali passi compiere, si limita a una sorta di: «Fate i bravi e siate onesti».

Non che sia poca cosa, ma gli eccessi evangelici di Gesù sono di là da venire.

Il sentiero di vita che il Cristo proporrà in risposta alle domande profonde dell’uomo sarà un eccesso di grazia, di misericordia, di amore.

Nel Vangelo di Gesù ci sarà anzitutto l’annuncio di quali grandi cose l’umanità è capace quando risponde alla chiamata di Dio.

Credere al Vangelo è credere che quella grandezza riguarda me, anzitutto me.

Abbi fede, anche in te.

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