Riflessioni d’Avvento. Il tempo delle contraddizioni.
Il Natale è memoria di un Dio che si fa uomo.
Una contraddizione in termini tra le tante di questo mondo.
Come la lotta costante tra l’accoglienza e il rifiuto dell’altro.
// by don Cristiano Mauri
Riflessioni d’Avvento. Il tempo delle contraddizioni.
Il Natale è memoria di un Dio che si fa uomo.
Una contraddizione in termini tra le tante di questo mondo.
Come la lotta costante tra l’accoglienza e il rifiuto dell’altro.
// by don Cristiano Mauri
Riflessioni d’Avvento. Il tempo delle contraddizioni.
Il Natale è memoria di un Dio che si fa uomo.
Una contraddizione in termini tra le tante di questo mondo.
Come la lotta costante tra l’accoglienza e il rifiuto dell’altro.
// by don Cristiano Mauri
Riflessioni d’Avvento. Il tempo delle contraddizioni.
Il Natale è memoria di un Dio che si fa uomo.
Una contraddizione in termini tra le tante di questo mondo.
Come la Presenza di Dio, che pare un’assenza.
// by don Cristiano Mauri
Riflessioni d’Avvento. Il tempo delle contraddizioni.
Il Natale è memoria di un Dio che si fa uomo.
Una contraddizione in termini tra le tante di questo mondo.
Come l’alternarsi di speranze e rassegnazioni.
// by don Cristiano Mauri
Riflessioni d’Avvento. Il tempo delle contraddizioni.
Il Natale è memoria di un Dio che si fa uomo.
Una contraddizione in termini tra le tante di questo mondo.
Come l’alternarsi di luce e di buio.
// by don Cristiano Mauri
Più che inseguire il tempo libero, bisognerebbe liberare il tempo riempiendolo di Vangelo.
Aumentare il tempo libero è aumentare il tempo in cui si vive da uomini e donne liberi come il Vangelo chiede e permette di essere.
// by don Cristiano Mauri
Quando si prega davvero ci si trasfigura e, inequivocabilmente, appaiono nella nostra umanità i tratti limpidi del Figlio. Se non emergono, non è un problema di impegno nella pratica dei comandamenti, bensì – quasi – sempre una ragione di preghiera inautentica.
Una riflessione sulla preghiera cristiana proposta a un gruppo di giovani lecchesi
// by don Cristiano Mauri
Nelle scorse settimane mi hanno scritto alcuni lettori della Bottega invitandomi a offrire qualche indicazione pratica per caratterizzare ulteriormente i venerdì di Quaresima rispetto agli elementi classici.
Ecco lo spunto: perchè non pensare il venerdì come un giorno in cui imparare anche – o anzitutto – a darsi una volta per tutte ciò che è necessario, prima che a levare – peraltro spesso solo temporaneamente – ciò che sembrerebbe superfluo?
Ti invito dunque a vivere i restanti venerdì di Quaresima sotto questa triade: lasciarsi nutrire, nutrirsi, nutrire.
In corrispondenza ti propongo tre esercizi da poter fare secondo le modalità e i tempi che ritieni opportuni e che ti sono possibili. Puoi sceglierne uno, due o tutti e tre. Personalmente riterrei irrinunciabile il primo e di contorno gli altri due, ma ovviamente sei libero di scegliere con libertà.
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