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«Contratto di vita a tempo indeterminato». Il Pastore e le pecore.
Omelia della Quarta Domenica di Pasqua
Il senso di precarietà che accompagna la vita ci chiama alla lotta.
Gesù scende sul terreno dello scontro con parole che sanno di stabilità, sicurezza, solidità e fiducia.
C'è una strettoia da affrontare e superare, quella della reciprocità del rapporto con Lui.
Conoscere, ascoltare, seguire Gesù.
Si passa di lì per spuntare un "contratto di vita a tempo indeterminato".
Il Signore Gesù disse ai Giudei: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». (Giovanni 10, 27-30)
ASCOLTA LA REGISTRAZIONE DELL’OMELIA
«Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente», gli avevano detto poco prima.
Stavano col fiato sospeso nell’attesa di una certezza. «Parla chiaro! Dicci!» gli ringhiavano in faccia.
Come se non l’avesse già fatto. Le parole, i segni. Tutte le sue opere erano un «dare vita» che proclamava il suo essere una cosa sola col Padre che dà la vita.
Non bastava. Al loro senso di precarietà non bastava.
Precari in una vita precaria, accusando un altro della propria incertezza, pretendendo di delegare tutto alla sua responsabilità.
Lui, invece, ha parole solide che parlano di stabilità, di certezza, di forza e di stabilità.
La vita che offre è eterna. Nessuno dovrà temere di andare perduto. La sua mano è salda e invincibile. Il Padre suo è di una grandezza insuperabile. Loro sono Uno, senza possibilità di dubbio alcuno.
La lotta tra il senso di precarietà e la vita «a tempo indeterminato» si gioca nella strettoia della reciprocità del rapporto con Lui.
Il pastore conosce intimamente, ma le pecore devono ascoltare e seguire.
La libertà che abbiamo è seria e capace di stabilità. La salvezza di una vita piena e per sempre non passa solo dalla Parola di un Altro. Ma dalla responsabilità - tutta e solo nostra - di scegliere Lui e la sua promessa di vita eterna.