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«Cristiani coi piedi per terra». Essere nel mondo, appartenendo a Cristo e non al mondo.
Omelia della Settima domenica di Pasqua.
Si è così tanto preoccupati di «non essere del mondo» da perdere di vista che il mandato di Cristo è «essere nel mondo».
E così, piuttosto che essere «non del mondo» si finisce solo con l'essere «fuori dal mondo».
Il che, volendo vedere, è un vero fallimento per il cristiano.
E se "il mondo" dice a un cristiano che è «fuori dal mondo» non è una persecuzione.
È un aiuto a tornare ad essere ciò che è.
Appartenente a Cristo, nel mondo.
Il Signore Gesù disse: «Padre, io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». (Giovanni 17, 11-19)